Esplora le sale della meraviglia

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Scalone d’ingresso

Il percorso all’interno della Rocchetta Mattei comincia con un nobile ingresso moresco, affiancato da una torre la cui finestra ha come balaustra la copia in marmo del pulpito pomposiano conservato a Parigi al Musée du Louvre. La lunga scalinata in pietra che sale fino all’ingresso principale è decorata con numerose statue ottocentesche. Il visitatore è qui accolto dalla copia in cemento del celebre Grifone di Pisa, il bronzo islamico medievale più importante conservato in Italia, già montato sul Duomo e oggi al Museo dell’Opera del Duomo della città toscana. La porta principale in stile moresco è invece affiancata da una figura che regge il mondo sulle spalle, opera cementizia a metà tra un’arpia e un Gargoyle.

Cortile centrale

L’affascinante androne d’ingresso con figure primitive alle pareti presenta un arco moresco sorretto da due telamoni neomedievali, il sinistro dal volto demoniaco e il destro umano. Esso immette nell’ampio cortile centrale, dove il visitatore può ammirare i diversi stili architettonici che caratterizzano la Rocchetta. Sopra l’arco d’ingresso, sorreggono il balconcino della Camera del Papa due mensole in pietra bianca con teste di leone, acanti e stemma, già parte dalla tomba di Giovanni da Legnano opera dei fratelli Dalle Masegne (1383). Come queste, proviene dalla Basilica di San Domenico a Bologna anche il tondo in pietra bianca con l’effige del condottiero Niccolò Ludovisi, scultura di Jacopo della Quercia (1430), montata sopra l’ingresso della Scala nobile. Al centro del cortile è l’ampia fontana, ricavata dal fonte battesimale della vicina chiesa medievale di Verzuno.

Sala dei Novanta
In origine concepita da Mattei come mausoleo dedicato alla Regina Vittoria, fu poi trasformata in sala da ballo dal figlio adottivo Mario Venturoli al principio del Novecento, come testimoniano l’arredo e le decorazioni in stile Liberty. La grande vetrata ovale reca l’immagine di Cesare Mattei con la sua data di nascita. La sala deriva il suo nome dal mito che l’eccentrico padrone di casa avrebbe voluto festeggiare qui i suoi novant’anni con ottantanove novantenni.

Cappella
Dal vestibolo della Sala dei Novanta, si sale la scala e, oltrepassata la copia ridotta del Portale monumentale di Palazzo d’Accursio a Bologna, si accede all’iconica Cappella. Lo spazio unisce elementi arabo islamici, come gli archi ispirati a quelli della Mezquita di Cordova, con altri della tradizione architettonica medievale italiana, come il matroneo e l’abside semicircolare. La sua struttura e le decorazioni sono realizzate con materiali locali tra i quali gesso, cemento, mattoni e legno. Nelle lunette si riconoscono alcuni apostoli dipinti al principio del Novecento con una tecnica che simulava il mosaico. Anche le decorazioni del soffitto non sono lignee, ma tele dipinte che riproducono intarsi con fioroni dorati, questi ultimi invece in legno.

Cortile pensile

Usciti dalla cappella, si sale la breve scalinata sulla sinistra e si prosegue per il Giardino pensile, dove è possibile ammirare gli edifici che compongono la Rocchetta, come la torre quadrata del Conte o la circolare torre della Visione. Le balaustre in cemento dai motivi fitomorfi, che simulano il legno, accompagnano il visitatore passando sotto un architrave all’antica, fino ad una seconda posizione panoramica: la vista sulle montagne appenniniche è mozzafiato. Salendo la scala si accede poi a un’area dalle esotiche decorazioni, il cui ingresso è custodito da due leoni.

Cortile dei leoni

Il Cortile dei Leoni è ispirato al ben più ampio cortile dell’Alhambra di Granada. Il progetto della Rocchetta venne forse elaborato attraverso i modelli e le pubblicazioni di architetti di fama internazionale come Owen Jones che diffusero nell’ottocento l’eclettico stile moresco. Al centro, la fontana con quattro leoni è circondata da uno splendido portico ricco di stucchi, un tempo policromi. Le formelle sovrastanti gli archi vedono impressa l’immagine della torre della Visione, logo dei medicamenti Mattei, mentre al di sopra una iscrizione araba corre sui quattro lati della struttura. Le pareti sotto il portico sono infine ricoperte da piastrelle sivigliane di grande pregio.

Sala della musica

La sala era il luogo dove Cesare e i suoi famigliari amavano ascoltare la musica, visti anche i documentati rapporti tra i Mattei e il grande compositore Gioacchino Rossini. La sua struttura neomedievale, con le colonne binate ornate con gli stemmi nobiliari del conte e i due grandi costoloni della volta, venne decorata con gusto Liberty al tempo di Mario Venturoli. Come in altre sale della Rocchetta oggi si possono vedere, ma soprattutto ascoltare, una selezione della vasta e rilevante collezione di strumenti musicali meccanici Marino Marini.

Sala della pace

Una delle realizzazioni più notevoli dell’edificio: il chiaro lessico Liberty che la caratterizza, lo splendido e rilevante lampadario d’alabastro e i due torricini dai cangianti vetri blu, ne fanno uno dei capolavori di questo stile nell’intera regione. La sala, come ricordano le iscrizioni pax sopra i tre architravi, fu probabilmente voluta da Mario Venturoli dopo il 1918 per celebrare la pace ritrovata tra i popoli dopo la Grande Guerra. La tappezzeria di seta alle pareti e le grandi vetrate con i telai, sono state al centro di uno scrupoloso intervento di restauro, orientato a ripristinare le soluzioni originarie con materiali contemporanei.

Tomba del conte

La monumentale tomba realizzata dalle Ceramiche Minghetti al principio del Novecento, per volontà di Mario Venturoli ma sulla base delle indicazioni testamentarie di Mattei, è oggi posta nella loggia al di sopra dell’altare della Cappella. La splendida maiolica su due lati riporta le stelle classificate secondo le gerarchie astrali del tempo, due iscrizioni nei cartigli che ricordano la grandezza del Creato e dell’Universo rispetto alla minuta e fragile condizione umana. Inoltre, sono presenti i simboli della fede cattolica (la croce), dell’eternità (la pigna) e del sonno (il bulbo del papavero), oltre a decorazioni erbacee e due cartigli in latino con le parole anima requiescat in manu dei.

Sala dell’oblio

Tornati sui propri passi si sale qualche altro scalino e voltandosi a sinistra, costeggiando la balaustra, si raggiunge una piccola sala. Questa presenta parte della decorazione a tarsie del pavimento e delle rifiniture in legno originarie, con le iniziali di Mario Venturoli Mattei al di sotto della finestra che guarda sul Cortile dei Leoni. Per tali ragioni è riconosciuta come la stanza del figlio adottivo di Mattei, il quale ereditò le proprietà e la produzione di medicamenti elettromeopatici. La finestra opposta permette una ravvicinata visione della decorazione esterna, dove, tra gli elementi architettonici arabeggianti, si alternano i simboli cristiani della croce e del pellicano.

Corridoio
Il corridoio presenta porte che mostrano eccellenti rifiniture lignee originali. La prima stanza sulla destra mostra una scaletta lignea che porta allo studiolo del conte. La seconda camera è invece detta sala Gialla per il colore della tappezzeria che ne riveste le pareti. Oltre alla splendida vista sulla natura circostante, questa sala conserva alcune macchine parlanti di notevole importanza della Collezione Marino Marini.

Sala rossa o studio del conte
Ritornando sui propri passi, si giunge infine alla Sala rossa, chiamata così poiché secondo la tradizione i due ambienti erano divisi da una tenda rossa e forse era usata come studio di Mattei. Invero, la struttura moresca, con il soffitto caratterizzato da elementi piramidali in carta pressata, che ricordano le muqarnas arabe, gli archi lignei e l’alcova, dove oggi è collocato un Orchestrion della collezione di strumenti musicali meccanici Marini, sembrerebbero richiamare una stanza da letto. I motivi dipinti sulle pareti dell’alcova furono invece realizzati dagli scenografi dell’Enrico IV, quando la Rocchetta Mattei fu il set cinematografico del film di Marco Bellocchio, con Claudia Cardinale e Marcello Mastroianni (1984).

Scala nobile

Discendendo dall’ultimo piano della Rocchetta, uscendo dal Cortile dei Leoni, si raggiunge una grande scala a chiocciola in pietra. Due cromie si rincorrono sulla parete circolare e sulla colonna. Questa alternanza, insieme alla forma a spirale della scala, concorre a creare l’ultima piccola illusione che ci regala Cesare Mattei: ci sembrerà infatti di vedere due scale che si specchiano, anziché una soltanto. L’uscita nel Cortile centrale conclude il percorso con l’abbagliante visione della sua architettura e delle opere d’arte.

L’ideazione e la progettazione grafica della mappa è a cura di Manuel Casprini e Daniel Difino del corso di promozione commerciale pubblicitaria dell’Istituto Superiore Luigi Fantini di Vergato

ATTESTATI

Enjoy the best things to see in Grizzana Morandi with a plan including Rocchetta Mattei

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